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I vini della Montagna – Cantina Pietradolce

2022-05-20

La rubrica di Alvice

A metà tra mito e leggenda si narra che il filosofo agrigentino Empedocle, vissuto nel V sec. a.C. si sia gettato nel cratere dell’Etna per dare dimostrazione della sua natura divina, ma sembra anche che la Montagna, per smentirne la tracotanza, abbia rigettato un suo calzare, ritrovato, successivamente, nei dintorni della radura chiamata “Torre del filosofo”, a 2900 mt di altezza. 

Nei secoli l’Etna, oltre ad essere fonte ispiratrice di racconti fantastici, ha nutrito la vena creativa di poeti e letterati, da Virgilio a Ovidio, da Shakespeare a Milton, fino ad arrivare a Goethe che, durante il Grand Tour, approdò a Catania, nel maggio del 1787 e, da lì, proseguì l’esplorazione del vulcano, per raggiungere i Monti Rossi, emersi in prossimità di Nicolosi, dopo la violenta eruzione del 1669. Da questo punto speciale di osservazione, lo scrittore tedesco poté ammirare e cantare in versi lo splendore del paesaggio circostante.

Con i suoi 3.340 metri s.l.m. e i 45 Km di diametro, l’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa, compreso tra le province di Catania e Messina, la sua formazione risale a 600.000 anni fa. Dal 2007 è diventato patrimonio dell’Unesco, con la seguente motivazione “I crateri della vetta, i coni di cenere, le colate e le grotte di lava, la depressione della valle del Bove fanno dell’Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e per l’istruzione, esso continua ad influenzare la vulcanologia, la geofisica e le altre discipline della terra”.

L’avvicendarsi delle stagioni regala immense emozioni, dal foliage autunnale al candore del manto di neve, al rigoglio della nuova vita in primavera. La vecchia signora si diverte a stupire e affascinare i suoi ammiratori, ama travestirsi, giocare con i colori, la sua veste sta nelle infinite sfumature del bianco e del nero, il suo tratto più autentico è l’indefinitezza.

La sua voce possente, stentorea diventa, in certi momenti, ruggito di fuoco, poi ritorna, improvvisamente, ad essere docile e pacifica, la sua parola si spegne nel silenzio di una notte stellata, ogni tanto, uno sbuffo impaziente di fumo.

Mite e tranquilla, osserva la vita che si dispiega davanti ai suoi occhi vigili e attenti. I pescatori di Acitrezza che affidano le loro reti alla generosità del mare, gli artigiani di Linguaglossa che forgiano il ferro in mille forme diverse, i contadini che arano e preparano il terreno per la semina, i vignaioli che potano le viti che daranno frutti prelibati, mondi paralleli che avanzano nel loro cammino accanto alla frenesia e ai ritmi intensi delle città vicine.

La gente del posto ha un rapporto ambivalente con il “Gigante di roccia e di lava“, amore e timore si alternano e si sovrappongono, a seconda dei casi, ma il sentimento predominante che abita nei loro cuori è di ossequioso e totale rispetto. 

L’Etna è anche un concetto, un’astrazione mentale, indica un vasto territorio fatto prevalentemente di natura dura, selvaggia oltreché di vigneti centenari, di vecchi palmenti, di eleganti dimore d’epoca. L’Etna è luce, forza, energia pura.

Ed è proprio lungo le pendici del Mongibello che si intrecciano le trame del tessuto imprenditoriale della famiglia Faro, dall’imponente vivaio di piante mediterranee destinato a rappresentare il made in Sicily nelle più prestigiose dimore dislocate nel pianeta, al Donnacarmela Resort, struttura ricettiva sospesa tra la Montagna e il mare Ionio, un luogo magico e profumato di fiori e di frutti, a Radicepura, parco botanico dove ogni due anni si danno convegno, artisti, studiosi, designers, progettisti di giardini etici e sostenibili, architetti del paesaggio per celebrare il culto della Bellezza e della Madre Terra, come risposta ad ogni forma di sfruttamento intensivo e di degrado ambientale.

Alle storiche attività della famiglia Faro si aggiunge, nel 2005, la passione per il vino che trova la sua compiuta realizzazione nell’azienda Pietradolce, 11 ettari di estensione, in C.da Rampante e in C.da Zottorinoto, nel territorio di Solicchiata, versante Nord dell’Etna, fra i 600 e i 900 metri di altitudine.

Pietradolce assunta come figura retorica che intende sottolineare l’anima gentile del sottosuolo in contrasto con l’apparente ostilità del paesaggio.

I vitigni autoctoni, allevati per lo più ad alberello, come Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante, danno vita a vini dal carattere deciso, ricchi di corpo e struttura, dalla spiccata mineralità e sapidità, oltre a note morbide e fruttate. Il terreno, con una componente sabbiosa elevata e presenza di scheletro, assicura al vino un’espressione singolare, insieme determinata ed elegante.

Il Pietradolce Archineri Etna Doc, Nerello Mascalese in purezza, ha ottenuto il premio dei 3 Bicchieri-Vini d’Italia, mentre l’Etna rosso Vigna Barbagalli è stato eletto come il Miglior Rosso del 2015. Straordinaria l’immagine dell’etichetta che riproduce la “Donna-vulcano” sofisticata e forte, allo stesso tempo, simbolo delle caratteristiche del vino prodotto dall’azienda.

Da poco inaugurata la cantina ipogea di moderna concezione che, tramite uno speciale sistema di coibentazione, permette un notevole risparmio energetico, inseguendo l’idea dell’eco-sostenibilità sottolineato, tra l’altro dalla presenza di opere d’arte realizzate in modo compatibile e nel pieno rispetto della natura. Arte e vino che si fondono in un percorso dal forte tratto identitario e sinergico dove a dominare è l’amore per le tradizioni e le proprie origini.

Pietradolce è anche un pregiato olio di Nocellara Etnea, un fruttato medio-alto con bassa dose di acidità, retrogusto piccante e leggermente amaro.

Un racconto di successo, un viaggio nel viaggio, un’esperienza che lascia una traccia indelebile, la storia della famiglia Faro rappresenta la sintesi perfetta tra passato, presente e futuro, un’avventura dinamica, coinvolgente che merita di essere vissuta più da vicino.

Alvice Cartelli
Alvice Cartelli

Donna dai molteplici interessi, si divide tra l’insegnamento e la lettura, la scrittura, la poesia, la pittura. Ama tantissimo la natura e non perde occasione per fare lunghe passeggiate immersa nel silenzio di un bosco o nel fascino di una spiaggia solitaria. Dal 2018 è autrice del blog “Guardo a Sud” dove, oltre alla bellezza della sua Sicilia, descrive luoghi, persone e situazioni accomunati dal rispetto per il Pianeta e la cura dell’ambiente. E’ un’appassionata wine lover e le visite in cantina rappresentano per lei veri viaggi di scoperta da cui trae spunto per costruire storie e originali racconti.

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